Livia Gregoretti

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Denim e moda sostenibile: il futuro è green

I jeans inquinano l’ambiente. O almeno, lo hanno fatto per molto tempo. Ma oggi anche il denim aderisce al trend della moda sostenibile, abbracciando un approccio produttivo green e circolare. 

 

L’impatto ambientale dei jeans

E’ il capo casual per eccellenza, amato in tutto il mondo, protagonista delle declinazioni più variegate. Ma quanto costa al pianeta? L’impatto ambientale dei jeans è altissimo: il tessuto è tra i più inquinanti e la sua produzione comporta un grande uso di materie prime e di acqua. Per la sua fabbricazione, ogni anno si consuma il 35% della produzione mondiale di cotone, tra le piantagioni che più richiedono irrigazione. Un paio di jeans per essere prodotto ha bisogno di 10.000 litri d’acqua. Inoltre, la fast fashion ha generato una sovrapproduzione di rifiuti in denim, un problema annoso per l’ambiente. D’altronde, l’aspettativa di vita dei capi, ovvero la loro “durabilità”, è un elemento essenziale per soddisfare il requisito di sostenibilità. Secondo a fondazione Ellen Mac Arthur, i jeans dovrebbero resistere ad almeno 30 lavaggi domestici.

 

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Jeans, un nuovo mercato eco-friendly

Nel 2020, un sondaggio  condotto dall’agenzia di consulenza statunitense McKinsey & Company ha chiesto agli acquirenti negli Stati Uniti e in Europa se la pandemia avesse cambiato il loro rapporto con la moda. I risultati hanno mostrato che il 67% dei consumatori ora pone maggiore attenzione ai tessuti sostenibili. Così alcuni marchi stanno rispondendo investendo in denim alternativi. Una best practise, in quest’ottica, arriva dall’Italia: Candiani Denim, azienda tessile lombarda, ha creato un denim elasticizzato in gomma naturale chiamato Coreva™, in grado di biodegradarsi in sei mesi senza rilasciare tossine nel terreno. Ma c’è di più: nello spazio aperto per l’occasione in Corso di Porta Ticinese, i visitatori  possono ammirare una piccola coltivazione di piantine di menta cresciute proprio nella terra fertilizzata dai jeans biodegradabili.

 

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Come ti riciclo il denim

Ma utilizzare materiali ecosostenibili non basta a far fronte alla grande quantità di denim gettati nell’immondizia, l’industria deve affrontare il problema della sovrapproduzione, riciclando i materiali inutilizzati, come spiega James  Veenhoff, co-fondatore di The House of Denim, organizzazione senza scopo di lucro che sostiene un’economia circolare per il denim.

Nei mesi scorsi Veenhoff si è impegnato nel cosiddetto “Denim Deal”, ambizioso progetto green che coinvolge 30 importanti marchi di denim, tra cui Tommy Hilfiger, che si  impegnano a realizzare almeno tre milioni di articoli in denim nei Paesi Bassi utilizzando fino al 20% di tessuti riciclati entro il 2023. Poiché il mercato olandese vende almeno 23 milioni di capi in denim all’anno, il Denim Deal punta a risparmiare più di 15 miliardi di litri d’acqua.

 

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