
Dai rifiuti tessili nuove fibre green per la moda sostenibile
Avete mai sentito parlare di Infinited Fiber Company? E’ una “startup del riciclo” e opera nel settore della moda sostenibile. L’impegno della società biotecnologica con sede a Espoo, in Finlandia, consiste nello sviluppare una tecnologia volta a trasformare cotone, viscosa e altri materiali a base di cellulosa in nuove fibre naturali, in nome della circular fashion.
Il riuso dei rifiuti tessili
La tecnologia Infinited Fiber trasforma i rifiuti che altrimenti verrebbero gettati in discarica in qualcosa di veramente prezioso: una fibra tessile circolare, nuova e di alta qualità che riduce la dipendenza del mondo dalle materie prime vergini. Può essere riciclata un numero illimitato di volte, poiché le fibre biodegradabili non contengono elementi plastici o impurità. Insomma, Infinited Fiber mira ad affrontare il problema dei rifiuti e dello sfruttamento delle materie prime (combattendo, quindi, il disboscamento) attraverso il suo innovativo sistema di riciclaggio.
Inoltre, Infinited Fiber permette di sostituire il cotone, il ché contribuisce a:
- ridurre il consumo di acqua;
- usare la terra arabile per coltivare cibo:
- evitare l’uso di solfuro di carbonio (CS2), una delle sostanze chimiche più pericolose per l’ambiente.
Moda green, i grandi marchi ci sono
A sostenere la startup numerosi colossi del settore, tra cui Adidas, H&M e Bestseller. La fabbrica utilizzerà i rifiuti tessili domestici come materia prima. Si stima che entrerà in funzione nel 2024 con una capacità produttiva annua di 30.000 tonnellate. I nuovi capitali raccolti fino ad allora saranno investiti nella creazione di questa fabbrica, oltre ad aumentare la produzione nelle strutture pilota prima del 2024.
D’altronde, la sostenibilità e l’innovazione legata ai materiali sono gli obiettivi chiave della moda del futuro. Il vicepresidente senior per la sostenibilità di Adidas, Katja Schreiber, al fianco di Infinited Fiber, commenta: “Oggi utilizziamo già oltre il 60% di poliestere riciclato e puntiamo a essere completamente privi di poliestere vergine entro il 2024. Riteniamo che un impatto su larga scala nella sostenibilità richiederà una forte collaborazione”.
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