
Moda sostenibile e tracciabilità
Da dove arriva quell’abito? Moda sostenibile e tracciabilità
Gli attori al servizio della sostenibilità, nel settore della moda, sono molteplici. Come abbiamo già visto insieme, il consumatore – oggi chiamato ad essere più responsabile – gioca un ruolo cruciale nel processo di transizione verso la circular fashion, ma sono le aziende a dovergli fornire tutti i mezzi per compiere un acquisto più consapevole. Come? Offrendo piena trasparenza nel processo di tracciabilità dei materiali utilizzati per realizzare le loro collezioni.
La filiera tessile della moda
Con tracciabilità si intende la garanzia della provenienza e del percorso che ha seguito quel capo specifico: tracciare un capo significa controllare ogni fase della sua produzione, dalle materie prime ai componenti, fino al prodotto finito. Sappiamo tutti che un capo di abbigliamento deve passare attraverso diversi processi prima di vedere la luce: filatura, lavorazione, confezionamento, solo per citarne alcuni. Assicurare una tracciabilità affidabile è complesso (nonché dispendioso) per le aziende, ma – nonostante in questo momento storico non vi siano ancora particolari obblighi di legge in materia, seppur qualcosa si stia lentamente muovendo – l’approccio sta cambiando e sempre più realtà abbracciano la causa della tracciabilità trasparente.
La sostenibilità si fa fashion
Conoscere tutta la storia di un capo è fondamentale, perché il cliente è il primo a trarne vantaggio. D’altronde, quando gusti il tuo pranzo, desideri sapere da dove arriva ciò che stai mangiando, giusto? Lo stesso interesse sta coinvolgendo l’industria della moda e sono sempre di più coloro che si domandano da dove giungono le fibre che compongono quel maglioncino appena acquistato o quell’abito scelto per un’occasione speciale. Un’informazione rapida, accurata e facilmente fruibile circa la tracciabilità dei prodotti deve essere la prossima missione dei principali soggetti dell’industria della moda. Questo permetterà non solo di valutare il reale impatto sull’ambiente, ma anche – ad esempio – combattere lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo.
Tuteliamo il Made in Italy
Una maggiore trasparenza sulle fasi del processo produttivo è sostenuta anche dall’ITF Italian Textile Fashion, organismo di coordinamento delle Camere di Commercio italiane per la valorizzazione e la tutela della filiera moda. L’ITF, grazie ad alcune importanti collaborazioni, ha elaborato un sistema volontario di rintracciabilità ed etichettatura a cui possono accedere le aziende che rispettano precisi requisiti. A ciascuna azienda aderente ITF rilascia un Certificato di Rintracciabilità e apposite etichette da applicare sui prodotti per renderli riconoscibili dagli acquirenti finali.
La prossima settimana Livia Gregoretti Showroom andrà alla scoperta di come la tecnologia si pone oggi al servizio della tracciabilità della filiera tessile. Parleremo anche dell’iniziativa di una nota azienda di moda inglese e del suo impegno verso la tracciabilità 2.0.