
Sostenibilità: tutte le forme di moda amiche dell’ambiente
Settimana dopo settimana stiamo scoprendo insieme gli aspetti più vari dell’industria tessile green. Ma cosa si intende realmente per moda sostenibile? Tendenzialmente si è portati a fare coincidere il concetto di sostenibilità con il riciclo, il riuso, il recupero. E molto spesso i termini “green”, “circolare”, “sostenibile” sono utilizzati come banali sinonimi. Ma, a ben guardare, non si tratta solamente di questo. Anzi, questa visione risulta riduttiva, alquanto riduttiva. Imparando a conoscere la “moda sostenibile”, ci rendiamo conto che ne esistono molte forme diverse.
Moda sostenibile, molto più di riciclo!
Prendiamo spunto dalle parole di Livia Gregoretti: “Per quanto mi riguarda, ‘sostenibilità’ significa anche impegno e attenzione nel far lavorare persone “a Km 0”, scelte dalle nostre società di eccellenza, rispettando norme e garantendo determinate certificazioni”. Qui sta il punto: l’industria della moda coinvolge l’ambiente e le materie prime, certo, ma anche le persone. La forza lavoro rappresenta una pedina fondamentale nel processo di produzione di quell’abito da sera o di quella calzatura di lusso. La differenza, in termini di sostenibilità, la fanno, dunque, anche le condizioni in cui gli artigiani di oggi sono chiamati a lavorare. Insomma, tutte le strategie che promuovono una produzione e un consumo più consapevoli dal punto di vista ambientale, sociale ed etico sono passi importanti verso un’industria sostenibile.
Le 7 forme di moda sostenibile
Anna Brismar di Green Strategy ha identificato sette forme principali di produzione e consumo di moda più sostenibili, che riassumiamo di seguito.
Idealmente, tutti gli aspetti qui citati dovrebbero essere combinati tra loro per la produzione di ogni nuovo capo. Quindi, ogni capo dovrebbe essere realizzato su richiesta o su misura (n. 1 – On demand & Custom Made), nel rispetto dell’ambiente (n. 2 – Green & Clean), e dovrebbe essere di alta qualità e dal design senza tempo (n. 3 – High Quality & Timeless Design), tenendo conto di vari aspetti etici (n. 4 – Fair & Ethical). Successivamente, dovrebbe essere usato a lungo attraverso una buona cura (n. 5 – Repair, Redesign & Upcycle). Quando il prodotto non è più desiderato, dovrebbe essere consegnato ad un negozietto dell’usato, donato in beneficenza o passato ad amici o parenti, per prolungarne la vita attiva (n. 6 – Rent, Lease & Swap e 7 – Secondhand & Vintage). Quando l’indumento è completamente usurato, dovrebbe essere restituito ad un punto di raccolta per il riciclaggio del materiale tessile, finendo per essere riutilizzato nella fabbricazione di nuovi abiti o altri prodotti tessili.
Certo, la realtà è (ancora) ben diversa. Ma la speranza è viva, dato che stiamo assistendo alla trasformazione da parte di molte aziende dei loro modelli di business, oltre a vedere crescente consapevolezza tra i consumatori, in particolare tra le generazioni più giovani.