
Milano Fashion Week: il successo dell’Italian Muslim Wear
Si è conclusa la Milano Fashion Week e con lei l’esposizione dell‘Italian Muslim Wear presso lo Showroom Livia Gregoretti. Vi avevamo già parlato dell’impegno dell’industria della moda italiana nei confronti della modest fashion e ora, a giochi finiti, possiamo dirci soddisfatti di avere preso parte a questa iniziativa ambiziosa. Un’occasione destinata non solo a creare nuovi sbocchi commerciali sui mercati internazionali, ma a restituire una forte idea di integrazione, rispetto e condivisione.
Muslim collection Made in Italy
Livia Gregoretti non ha dubbi sul futuro del fashion: viviamo in un mondo in continua evoluzione sotto tutti i punti di vista e, come ci ha dimostrato prepotentemente la pandemia che abbiamo vissuto nell’ultimo anno e mezzo, è necessario che noi tutti impariamo ad essere flessibili. Il mondo cambia e noi dobbiamo cambiare con lui. Così l’Italian Muslim Wear può essere letto proprio come uno dei tanti effetti di un cambiamento globale, che abbraccia anche la moda di lusso.
I dettami musulmani vogliono che la donna non esibisca il proprio corpo, ma non per questo deve apparire meno elegante: l’obiettivo dell’iniziativa è proprio quello di creare un prodotto di valore nato dal connubio tra tradizione, qualità e stile italiani e i dettami della moda islamica, valorizzando e promuovendo il più autentico Made in Italy nel mondo.
Tra hijab e khimar
Tutto ha preso il via dall’Evening Dresses Show di Salerno, dove 16 aziende aderenti al Consorzio South Italian Fashion hanno lanciato la loro muslim capsule collection in occasione dell’evento promosso da IFTA (Italian Fashion Talent Awards, contest nazionale di moda per giovani stilisti emergenti), l’associazione creata da Roberto Jannelli. Il concetto di una moda inclusiva di pregio, che coniuga democrazia e capi unici, è fatto di pura estetica, attenta ricerca, colori, tessuti cangianti, preziose applicazioni, tutto completato con il tradizionale hijab.
Ecco così farsi largo, tra gli altri, Flavia Pinello, con un capo realizzato in cady bianco e ricamato a mano con delle applicazioni che ricordano i colori del Mar Mediterraneo. O il caftano dallo stile romantico firmato Gianni Cirillo, capace di avvolgere ogni forma di femminilità. E ancora, la cagliaritana Anna Mattarocci, con unisce la Sardegna e l’Islam attraverso una rivisitazione del velo islamico interpretato con la foggia delle vedove di Orgosolo. Senza dimenticare i ricami dei lavori dell’Atelier Cerrone di Avellino.
Fanno parte della collettiva muslim Ada Sorrentino, Anna Mattarocci, Antoinette Dema, Cerrone, Chiara Fornelli, Efi D’Angiò by Corium, Emoba, Flavia Pinello, Gianni Cirillo, La Dolce Vista, Majà, Nanaleo, Nino Lettieri, Seta, Simonetta Ricciarelli, Tinarena.